Grazia Perrone - anno scolastico 2006-2007
Grazia Perrone - 30-06-2007
Mi corre l'obbligo di smentire i colleghi del forum insegnanti.

L'accordo sottoscritto il 27 giugno scorso dal governo e dalle parti sociali - si premurano di farmi sapere i miei dopo che ho espresso le mie rimostranze e chiesto spiegazioni - non è vincolante per nessuna delle parti firmatarie.
Grazia Perrone - 23-06-2007
La questione riguarda solo alcuni soggetti. Pensionati e dipendenti pubblici di Enti e Amministrazioni pubbliche locali che dipendono - ai fini previdenziali - dall'Inps ma è importante saperlo ... e far girare.
Grazia Perrone - 02-06-2007
Ovvero: le bugie hanno le gambe corte.

Dopo un primo e comprensibilissimo momento di sbandamento il popolo della scuola sta cominciando a reagire.

A dimostrazione (ne prenda nota il dirigente dell'organizzazione sindacale che, benché "preoccupato" per il testo dell'accordo, ha ordinato il ... "rompete le righe ... ne parliamo a settembre") di una ferrea legge della dinamica sociale. Ovvero ... il campo, affrettatamente, lasciato libero sarà presto occupato ... da altre forze.

Nessuno lo ha, finora, rilevato. Eppure l'Atto di indirizzo emanato dal Governo all'Aran - ovvero le linee guida all'interno delle quali l'agenzia governativa deve, inderogabilmente, muoversi - contiene due chicche niente male.

Ma chiariamo, in primo luogo, cosa si intende per ... Atto di indirizzo. Esso è il documento formale con il quale il Governo delega ad un soggetto esterno il compito di assolvere un mandato specifico. Nel nostro caso il CCNL del comparto scuola. Come si può vedere, leggendolo, non si tratta di una ... delega in bianco ma di un preciso e ben definito (nelle linee guida) percorso che - in nessun caso - è soggetto a deroghe.

In questo contesto l'Aran si muove in una cornice assolutamente chiara, democratica e ... trasparente.

L'esatto opposto di quanto avviene in casa confederale i cui dirigenti nazionali si sentono a autorizzati a trattare di e su tutto senza uno - specifico e preventivo - mandato della base.

Chiarito questo andiamo a leggere il documento governativo che servirà da base inderogabile per la trattativa prossima ventura.
Grazia Perrone - 31-05-2007
Confesso che provo disagio nell'intervenire a ventiquattro ore da un accordo giunto "senza dare battaglia".

E che battaglia non ci sia stata (né tentata) lo dimostra sia la fretta con la quale i sindacati (tutti) si sono affrettati a revocare le forme di lotta annunciate sia la tempestività con la quale è stato formulato l'atto di indirizzo.

Ai lettori il gusto di leggerlo e di commentarlo in tempo reale.

A me una piccolissima soddisfazione.

Dopo averlo subito e denunciato, per anni, ora il mobbing non è più un tabù ed entra - a pieno titolo - tra le materie oggetto di contrattazione.

Il testo consegnato alle parti sociali - nel riconoscerlo implicitamente - prevede - e sarà probabilmente questa la parte normativa del biennio/triennio - l'adozione di strumenti di tutela del mobbing...
Grazia Perrone - 25-05-2007
Cade un tabù. Per la prima volta i sindacati confederali minacciano di estendere le iniziative di lotta alle operazioni di scrutini ed esami, ovvero minacciano di far ricorso ad un classico mezzo del sindacalismo di base. Un "mezzo" - sia detto per inciso - che sul finire degli anni '80 ha prodotto risultati lusinghieri strappando al governo di turno concessioni stipendiali mai più eguagliate (nella scuola) nei quindici anni successivi.

Il comunicato sottoscritto, nei giorni scorsi, dai sindacati confederali è sorprendente nel tono ma chiarissimo nella sostanza: non solo conferma lo sciopero del 4 giugno, ma annuncia che "in assenza di risposte concrete e immediate le iniziative di lotta continueranno anche dopo il 4 giugno e investiranno le attività di fine anno scolastico compresi scrutini ed esami ".

Perbacco!

I sindacati, si legge nel comunicato unitario, "dicono basta al festival degli annunci e dei proclami da parte dei diversi esponenti del Governo e rivendicano l'integrale rispetto degli impegni assunti e sottoscritti ".

Grazia Perrone - 19-04-2007
Anche Repubblica se n'è accorta.

Nelle scuole della Repubblica - che Berlinguer ha voluto autonome - mancano i soldi per pagare le supplenze degli insegnanti assenti per malattia. il problema delle supplenze brevi sta assumendo dimensioni così rilevanti da interferire pesantemente sul corretto funzionamento delle attività scolastiche ed amministrative.

Chi a scuola ci va tutti i giorni sa benissimo che si sommano questioni relative alle risorse economiche delle scuole, alla sempre più evidente inadeguatezza delle norme e delle procedure previste dallo specifico regolamento, alla crescita - senza freni - del precariato nella scuola.
Grazia Perrone - 17-04-2007
Nel mio commento alla revoca dello "sciopero fasullo" dei confederali (ai quali si era unito il solito snals) ero stata troppo ottimista.

Poi ho ricevuto la news di Tuttoscuola e tutto mi è sembrato più chiaro ... e, mi auguro, lo sia altrettanto per i quotidiani amici dei Sindacati amici del Governo amico ai quali invierò, per conoscenza, questa mia notarella.
Grazia Perrone - 01-03-2007
Cominciamo dal principio.

Ovvero da quando per il personale docente - eravamo nel secolo scorso - per guadagnare la pagnotta era previsto il giuramento di fedeltà allo Stato (fascista) promulgato con le leggi "fascistissime" alcune delle quali - pudicamente ribattezzate codice Rocco - sono state conservate anche dalla Repubblica ... nata dalla Resistenza.

Giuramento che è stato cancellato sul finire degli anni '70 - su interessamento di Sandro Pertini - grazie alla lotta solitaria di un unico docente.

Poi si è cercato di (re)introdurre il medesimo principio (fascista!) per ... contratto. Ve lo ricordate - a "corollario" dell'art. 29 più noto come "concorsaccio" - l'art. 38, comma 12, del Contratto Integrativo sottoscritto il 31 agosto 1999? Articolo che, prevedendo esplicitamente una forma di controllo o verifica periodica per il mantenimento dei 6milioni annui previsti dall'art. 29, di fatto introduceva, sotto altra forma, la famigerata formula del giuramento di fedeltà non più - come in passato - allo Stato ma alle "mode" didattiche, e politiche, del momento?

Tentativo spazzato via dallo sciopero del 17 febbraio 2000 indetto dal sindacalismo di base al quale aderirono oltre 300mila docenti molti dei quali con la tessera CGIL in tasca.

Per tornare ai giorni nostri.

Due soggetti "colpevoli" di aver chiesto, da sinistra, il rispetto del programma preelettorale (ovvero stipulato prima delle elezioni) sono stati "massacrati" mediaticamente dai rispettivi ... compagni (!?) di partito.

Lo stesso era accaduto....
Grazia Perrone - 22-02-2007
Confederali & SNALS preso atto che l'unica Associazione di soli insegnanti è riuscita a mantenere la rappresentatività (nonostante i mezzucci meschini utilizzati per cancellarla dal panorama sindacale) non si danno pace e le stanno provando tutte per escludere GILDA dalle contrattazioni decentrate (regionali e a livello di singola istituzione scolastica), ma l'ARAN ha riconosciuto il diritto della Gilda degli insegnanti a partecipare a pieno titolo a tutti i tavoli di trattativa. Con buona pace di tutti. . .
Grazia Perrone - 15-02-2007
E' già successo.

In Spagna, sotto la dittatura franchista, in cui le "prove" (anche solo verbali) fornite dalla polizia erano sufficienti a condannare a morte degli innocenti.

In Italia, sotto la dittatura fascista, in cui la sola intenzione di attentare alla vita del duce era considerato un motivo sufficiente per decretare ed eseguire, una condanna a morte.

Ora la Storia si ripete. Quindici soggetti sono, a vario titolo, accusati di ... terrorismo. Per costoro non vale il principio giuridico della presunzione di innocenza (fino a prova, e sentenza, contraria) sempre tirata in ballo per tutelare Berlusconi & Co.

Per costoro il tribunale, mediatico, ha già deciso. Colpevoli.
Grazia Perrone - 06-01-2007
"Siete molto coraggiosi" mi ha sussurrato un'autorevole voce di dentro qualche anno fa. Il motivo di cotanto coraggio era rappresentato da due elementi combinati.

Il primo: l'apertura a gennaio - nel sito Gilda di Milano - di un forum di ...
Grazia Perrone - 04-12-2006
(...)" La politica in particolare del PCI apparve allora del tutto incomprensibile, anche a tanti propri aderenti, chiusa sia nei confronti dell'antifascismo militante che verso la campagna illusoriamente promossa da Lotta Continua per il "MSI ...
Grazia Perrone - 30-11-2006
Mentre la petizione in rete - lanciata il 22 novembre scorso - con la richiesta di uno sciopero generale unitario della scuola raccoglie, ogni giorno, decine di adesioni c'è chi da' la colpa al solito Berlusconi. Se non si fosse messo di traverso con ...
Grazia Perrone - 27-11-2006
La FIOM - CGIL ed in particolare Giorgio Cremaschi e Gianni Rinaldini rei di aver aderito e partecipato ad una manifestazione che non aveva ricevuto il placet del segretario Generale sono sotto ... processo.

Non entro qui nel merito di una vicenda interna ad un sindacato che non è il mio ma ... è bene rammentare che Giorgio Cremaschi è stato il primo - ed unico - dirigente sindacale di rilievo (quand'era segretario generale della Fiom Piemonte) - ad opporsi al "concorsaccio" e a dichiararlo esplicitamente e pubblicamente in una nota - pubblicata su pavonerisorse - firmata, anche, da una ventina di dirigenti locali della Fiom.

La sua, coraggiosa, posizione pubblica spianò la strada alla partecipazione - in massa - di numerosissimi docenti iscritti (o simpatizzanti) alla Cgil scuola allo sciopero del 17 febbraio 2000 indetto da Gilda e Cobas.

Sciopero che ottenne - come primo effetto - le dimissioni di un ministro e - in seconda battuta - la cancellazione del famigerato articolo 29 del CCNL 1999. Ovvero la cancellazione di una norma contrattuale che - ai sensi della legge 29/93 e successive modifiche ed integrazioni - aveva valore di norma cogente.

Sei anni sono passati e le parti si sono invertite. C'è ancora un governo amico con il quale fare i conti ma non è più la base Cgil-scuola ad essere messa sotto accusa - e tutela - ma i vertici Fiom.

Giorgio Cremaschi, finora, ha ricevuto la solidarietà - umana e politica - della sua base.

Per quel che vale aggiungo la mia.
Grazia Perrone - 22-11-2006
La cosa è estremamente grave, non prevista dal CCNL e non comunicata alle OOSS.

Un protocollo di intesa (n. 11427 del 28/9/2006) tra USP di Venezia e le 4 AUSL della Provincia si impegna a formare il personale insegnante - al momento soprattutto ...
Grazia Perrone - 07-11-2006
Dallo Speciale Il tempo e la storia

Il 14 agosto 1892 si apre alla sala Sivori di Genova l'ultimo congresso del Partito Operaio Italiano, destinato a diventare il Congresso costitutivo del Partito dei Lavoratori Italiani: più noto come ... Partito ...
Grazia Perrone - 27-10-2006
Avviene in tutti i paesi del mondo ma in nessuno, come il nostro, la tentazione di dare resoconti "tendenziosi" della propria Storia è diventata prassi costante.
Chiariamoci. Chiunque scriva di storia è - oserei dire - "necessariamente obbligato" ad operare una cernita documentale, ovvero, a scegliere - tra la miriade di testimonianze disponibili - solo una piccolissima parte di queste fonti e - se questa prassi viene fatta con onestà intellettuale - si tratta di una pratica ineccepibile quanto inevitabile.
Grazia Perrone - 21-10-2006
Dallo Speciale Il tempo e la storia



Il 27 ottobre 1906 - per la prima volta - la firma di un accordo tra la Fiom e la direzione dell'impresa torinese Itala si concluse con il riconoscimento (che, oggi, definiremmo giuridico) delle Commissioni interne alla fabbrica. Esse erano nate - operando, fino a quel momento, in semiclandestinità [1] - nel 1904 all'epoca dello sciopero generale proclamato dopo gli, ennesimi, eccidi di minatori e contadini di Buggerru, nel cagliaritano, e di Castelluzzo, nel trapanese, e (...)"si trattava di organismi spontanei, senza esistenza legale, che si costituivano e si disfacevano a seconda dei bisogni della lotta: comitati di sciopero o comitati d'azione piuttosto che comitati d'azienda (...)". [2]

La storiografia ufficiale fa risalire a quella data la nascita del sindacalismo moderno quasi che la data di nascita del movimento di emancipazione dei lavoratori avesse bisogno di una sorta di certificazione notarile dando per scontato che, prima, non vi fosse nulla o quasi. Ed è paradossale constatare che - gli esclusi di ieri - siano, oggi, i più accesi sostenitori dell'esclusione dei diritti sindacali al sindacalismo di base.

Non starò qui a dilungarmi sulla genesi del movimento operaio - che ha un travaglio assai complesso - limitandomi a rilevare la grave carenza informativa (soprattutto in ambito scolastico) in merito dal momento che il periodo storico che va dal 1864 (prima internazionale) al 1892 (data di nascita del PSI) è un terreno di ricerca storica riservato a, pochi, addetti ai lavori.

E non sono pochi coloro i quali - Pansa docet - scrivono sciocchezze (chiamiamole così).

Scopo del mio intervento è quello di aprire un dibattito ed una riflessione sul movimento dei Consigli di fabbrica che spaventò così tanto il padronato (e i leader socialisti come Turati) da spalancare la strada - dapprima con la violenza poi con una parvenza di legalità - ai fascisti.

Ho già accennato, in estrema sintesi, alla lunga marcia delle commissioni interne tese ad ottenere il riconoscimento giuridico dalla controparte padronale ma i veri problemi connessi al grado di autorganizzazione operaia - non sempre (e non tutta) disposta a sobbarcarsi il peso delle proprie azioni - si delineano nelle convulsioni sociali del primo dopoguerra: 1919/1922 .

La cronologia dei fatti è nota. Nei primi giorni di settembre 400.000 operai di tutta Italia, in risposta alla reazione padronale che giunse fino alla serrata, occuparono le fabbriche. Torino e Genova furono con Milano i centri in cui il fenomeno dell'occupazione assunse aspetti particolarmente rilevanti ed interessanti dal punto di vista della organizzazione della lotta. È infatti proprio in questo contesto e in questi centri (Torino e Genova) che si affermò il movimento dei Consigli di Fabbrica.

Il Movimento era sostenuto dalla sezione socialista di Torino, dal gruppo dell'"Ordine Nuovo" di Gramsci e, con le debite differenze di impostazione ideologica, da un gruppo di libertari torinesi.

Il movimento dei consigli si pose sin dall'inizio in posizione di netto antagonismo col sindacato (FIOM), il quale da parte sua considerò con estrema diffidenza questo tentativo di democrazia operaia che avrebbe potuto incrinare il suo potere di controllo sulla massa e giunse ad una sua completa condanna nel Congresso di Genova del maggio 1920.
Già nell'aprile, infatti, Torino fu al centro di uno sciopero per il riconoscimento dei Consigli di Fabbrica, e nonostante la pesante sconfitta dovuta all'abbandono da parte dei sindacati del movimento operaio torinese, il problema del controllo operaio si impose col sorgere delle nuove lotte. Nella sola Torino il movimento di occupazione coinvolse ben presto 100.000 operai, che pur continuando nei primi giorni l'ostruzionismo secondo le disposizioni federali, si apprestavano alla vigilanza armata e alla organizzazione interna per dimostrare che "(...) anche privi della direzione padronale, gli operai sanno disimpegnarsi nel funzionamento accurato dell'officina (...)". [3]

Risulta quindi evidente che il Consiglio di Fabbrica intendeva essere un nucleo di organizzazione del lavoro, un organismo attivamente inserito nel processo produttivo, superando i limiti di una attività esclusivamente politica o rivendicativa. I compiti che quindi il Consiglio di Fabbrica si assumeva erano molteplici. Da un lato, sul piano politico, l'impegno era di comunicare l'esperienza dei Consigli alle altre fabbriche occupate e di coinvolgere nella lotta le altre categorie di lavoratori, organizzando inoltre la resistenza armata. D'altro canto, su di un piano più propriamente economico, doveva organizzare la produzione su basi nuove che garantissero il funzionamento di un sistema di gestione operaia, assicurando il coordinamento della produzione, il rifornimento di materie prime e gli scambi del materiale. Dopo i primi giorni di occupazione, infatti, incominciarono a svolgere le loro funzioni, presso la Camera del Lavoro, i vari comitati organizzatori: quello Buoni, sussidi e cucine, quello di Scambi e Produzione e quello di Compra e Vendita che affidava ad una unica cassa le riscossioni per le vendite dei prodotti e i pagamenti per gli acquisti. Alla base della disciplina riguardante l'attività che derivava dalla gestione dell'industria, erano i Consigli di Fabbrica i quali delegavano determinate funzioni ai singoli componenti del loro comitato esecutivo. È opportuno ricordare che riuscirono a mantenere discretamente alto il livello di produzione, se si pensa che ad esempio alla FIAT centro si producevano 37 macchine al giorno contro le 67-68 dei tempi normali. Ma l'organizzazione economica non era certo completa e totalmente efficiente dato che quando il movimento di occupazione si avviò alla fine si pose il problema del pagamento del lavoro compiuto dagli operai durante il periodo di occupazione. "A Torino in tutte le fabbriche si è lavorato. Poco i primi giorni, molto nei successivi. In alcune officine si è superata la percentuale media della produzione. Per chi si è lavorato? Gli operai, piuttosto che aver lavorato 20 giorni per i padroni sono disposti a distruggere tutto ciò che hanno prodotto" [4].
Grazia Perrone - 11-10-2006
Dallo Speciale Il tempo e la storia


"(...)Il sindacato deve essere sempre indipendente dalle controparti e dai governi. (....)" scrive l'ala dissidente (e ultraminoritoria) della CGIL e non posso fare a meno di sorridere di fronte ad una ...
Grazia Perrone - 09-10-2006
La giornalista russa Anna Politkovskaia classe 1958, nota per le sue posizioni critiche nei confronti del Cremlino particolarmente in relazione al conflitto in Cecenia, è stata uccisa a Mosca.

Il suo corpo - crivellato di colpi d'arma da fuoco - ...
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